Roma, la città eterna.
La città dove il cuore scoppia ad ogni angolo.
Dove camminare a mano a mano sembra una cosa così magica nella sua totale semplicità. E magari, i più romantici arriveranno così, mano nella mano, davanti l’ingresso di Villa Giulia per una visita al Museo Nazionale Etrusco. E a quello che è il suo capolavoro più conosciuto. Testimonianza unica di amore eterno, di relazione a lungo termine, rispetto e sempiterna alleanza.
Un esempio di sodalizio indissolubile che risale a duemilacinquecento anni fa.
Lei, sdraiata sul triclinio (anzi il Kline, per dirlo alla etrusca), si appoggia dolcemente sul petto del suo compagno e sorride. Lui, sdraiato dietro di lei, la cinge con un braccio e sorride anche lui.
Il Sarcofago degli Sposi, oltre ad essere un frammento eclatante della raffinatezza della civiltà etrusca, emerso fra i tumuli della Necropoli della Banditaccia a Cerveteri, è un’opera d’arte dal valore assoluto e simbolo appunto dell’amore eterno.
E’ la perfezione di due “padroni di casa”, morbidi e rigidi allo stesso tempo, che ci guardano e si fanno guardare, si amano e sono riamati, con lo sguardo rivolto nella stessa direzione e consapevoli di non lasciarsi più.