Ostia Antica

La tradizione attribuisce la fondazione di una prima colonia di Ostia (dal latino “ostium”, foce) alla fine del VI secolo a.c

    Ostia Antica

    Descrizione

    La tradizione attribuisce la fondazione di una prima colonia di Ostia (dal latino “ostium”, foce) alla fine del VI secolo a.c. come cittadella fortificata rettangolare voluta da Anco Marcio, posta sulla antica linea di controllo allo sbocco del Tevere.  Dal I a.c le epigrafi rinvenute attestano un ordinamento coloniale autonomo rispetto alla città di Roma e sotto Augusto ed i suoi successori, Ostia venne dotata di un teatro, di un primo foro e di un acquedotto: tutto ciò comportò una generale ristrutturazione urbanistica, attuata soprattutto sotto Adriano, che ne ricostruì i quartieri ed il porto fluviale. Agli inizi del secolo V, il braccio ostiense del Tevere non era più navigabile e larghe zone della città erano già state abbandonate ma la decadenza definitiva fu causata dall’insabbiamento del fiume, che si allantonò dalla costa di 2 km.

    Dalla biglietteria, si accede all’ultimo tratto della romana Via Ostiense ove è conservata la più antica necropoli della città, frequentata almeno dal II secolo a.c, ed inizia il Decumano Maximo ovvero la via all’interno delle mure repubblicane: ai suoi lati le Terme di Nettuno, costruite alla fine del principato di Adriano; la caserma dei “Vigiles”, sede di un distaccamento di 400 uomini risalente all’età adrianea; il teatro, eretto da Agrippa ma riedificato in mattoni nel 196; l’area dei “Grandi Horrea” che sono il più vasto edificio commerciale tra quelli rinvenuti, costruiti da Claudio ed ampliati sotto Settimio Severo; il “thermopolium”, un’osteria del III secolo con ancora in loco il banco di mescita, scaffali, bacini per lavare le stoviglie ed un affresco con i cibi e le bevande in vendita. Il Decumano incrocia il Cardo Maximus all’altezza del Foro, fiancheggiato da portici, e del “Capitolium”, il tempio dell’amministrazione cittadina dedicato alla triade capitolina. Alle sue spalle, le terme del Foro che erano le più importanti della città e vennero costruite da Marco Gavio Massimo sotto Antonino Pio: le sale calde erano orientate a Sud in modo da sfruttare i raggi del sole mentre le piscine fredde guardavano verso Ovest.

    Riprendendo il Decumano, si apre la Domus di Amore e Psiche, uno dei migliori esempi di casa riccamente decorata della tarda antichità, del IV secolo, con pavimentazioni in opus sectile e mosaici policromi; il complesso delle Case a giardino, progetto urbanistico sorprendente per razionalità e modernità del 128.

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