Nemi

Nemi è un delizioso centro abitato, a picco sul lago, che deve il suo nome al termine latino “nemus”, “bosco”

    Descrizione

    Nemi è un delizioso centro abitato, a picco sul lago, che deve il suo nome al termine latino “nemus”, “bosco”, perché il suo territorio faceva originariamente parte di quello della città latina Aricia, e ne costituiva appunto parte del bosco, sacro alla dea Diana. 

    Intorno al lago, inoltre, sorgeva, probabilmente già dal V secolo a.C., un gigantesco tempio dedicato alla dea cacciatrice, qui adorata anche come divinità degli inferi e della fertilità. Dell’edificio, rimasto in uso fino alla tarda età imperiale, rimangono ormai poche strutture il cui studio però ha permesso di intuire l’importanza e la straordinaria estensione del complesso sacro.

    Del culto di Diana Nemorense si occupò anche l’antropologo James G. Frazer nel suo fondamentale testo “Il ramo d’oro” in cui si soffermava ad analizzare il violento rito connesso alla figura del Rex Nemorensis, signore indiscusso di tutto il bacino del lago e sacerdote del tempio. Stando ad antichi testimonianze e soprattutto ai molti studi successivi, tra cui appunto quello di Frazer, era previsto un duello in cui il Rex in carica affrontava il nuovo pretendente e lo scontro si protraeva fino alla morte di uno dei due: questo per molto tempo fu il rituale con cui veniva gestita la successione sacerdotale.

    Non lontano dal terreno sul quale sono stati individuati i resti più consistenti del tempio si incontra il Museo delle navi romane, eretto negli anni Trenta del Novecento per custodire le due imbarcazioni recuperate nello stesso periodo dal lago,  e risalenti al regno di Caligola. Per riportare alla luce i voluminosi natanti, probabilmente voluti dall’Imperatore per allestirvi sontuosi banchetti, o forse come navi cerimoniali su cui svolgere riti religiosi (ipotesi ritenuta verosimile anche per via della sacralità del luogo), fu necessario abbassare di parecchio il livello dell’acqua, tramite l’utilizzo dell’emissario artificiale che era stato costruito attorno al V secolo a.C. con la finalità di regolamentare le acque ed evitare allagamenti. Nel maggio del 1944, tuttavia, un incendio colpì il Museo, causando la perdita delle navi che sono oggi sostituite da due riproduzioni in scala.

    Nel centro del paese, arroccato sopra il lago, svetta il Palazzo Ruspoli attorno al quale si raccoglie l’abitato. Edificato nel IX secolo dai Conti di Tuscolo, il Palazzo conobbe molti proprietari e subì altrettanti rifacimenti.

    Poco distante è situata la Chiesa di Santa Maria del pozzo che custodisce lo splendido trittico pittorico di XV secolo attribuito ad Antoniazzo Romano,  e raffigurante Cristo tra San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista.

    Nel Santuario del Santissimo Crocifisso, invece, è esposto il crocifisso ligneo, realizzato da Fra’ Vincenzo Pietrosanti da Bassiano nel 1669. Il volto del Cristo sulla croce, che la tradizione vuole miracolosamente terminatasi da solo mentre il frate dormiva, possiede una straordinaria intensità espressiva.

    Nonostante il nome attuale, il Santuario era stato originariamente costruito, nel Seicento, per contenere un’altra veneratissima opera: l’icona della “Madonna  del Versacarro”, una tempera su tavola di incerta datazione, certamente molto antica, raffigurante una Vergine con Bambino.

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